Questo è il periodo perfetto per gli amanti dei funghi, ma non basta aspettare la pioggia: ci sono alcune regole che conoscono solo gli esperti.
Siamo tornati nella stagione migliore per tutti gli amanti dei funghi, quella in cui temperatura e umidità favoriscono la loro nascita fino alla fine dell’autunno. Sono già molti gli appassionati che si sono spinti nei boschi per la raccolta, e con loro anche tanti principianti pronti a scoprire tutti i segreti di quest’arte.

Sì, perché per quanto possa sembrare semplice, la raccolta richiede accorgimenti che vanno ben oltre la conoscenza del fungo. Basti pensare al fatto che conta anche la prospettiva di ricerca, o che si può captare un fungo nascosto solo osservando le piante che lo proteggono.
Insomma, di regole ce ne sono tante. Una fra tutte: quando crescono dopo una pioggia, quale tipo di pioggia le favorisce, e quali boschi sono più produttivi. Tutte chicche semplici, ma fondamentali per una raccolta davvero soddisfacente.
Non basta sapere dove cercare: i porcini crescono solo se sai aspettare (e osservare)
Andare a funghi non è come fare la spesa. Serve pazienza, intuito, gambe allenate e la capacità di leggere il bosco. I porcini, per esempio, non compaiono per magia dopo una pioggia qualsiasi, ma solo quando si crea il giusto equilibrio tra umidità, temperatura e luce. Un terreno troppo zuppo non li fa nascere. Una pioggia abbondante seguita dal vento li asciuga e li brucia. Meglio piogge leggere ma frequenti, con temperature minime intorno ai 6 °C e massime tra i 18 e i 22 °C, accompagnate da giornate calme e umide: è questo il clima che li risveglia sotto terra.

Ma non crescono subito. Dopo una pioggia ideale, può volerci anche una decina di giorni – a volte di più. Secondo gli esperti, i porcini iniziano a comparire tra i 10 e i 22 giorni, ma tutto dipende dal tipo di bosco, dall’altitudine, dall’esposizione al sole e persino dalla densità degli alberi.
Il primo consiglio è partire senza troppe aspettative. Anche perché spesso il primo raccolto è più mentale che reale. Si imparano i percorsi, si osservano i segnali, si allena lo sguardo a distinguere tra un’ombra e una cupola marrone. I più esperti sanno che conviene sempre guardare il bosco dal basso verso l’alto. E soprattutto sanno che da soli si impara poco: bisogna girare con qualcuno che sa già dove mettere i piedi, osservare dove si ferma, come si piega, cosa lascia e cosa coglie.
Ma non tutti i boschi sono uguali. I porcini prediligono le faggete, i castagneti e i boschi misti giovani, dove le radici sono ancora in simbiosi attiva con il terreno. Si trovano più facilmente su pendii ombreggiati e umidi, lontani dalle correnti d’aria e dai ristagni. Chi ha occhio cerca la simmetria tra piante e suolo, legge le foglie, segue la luce filtrata e riconosce persino l’odore giusto.