La verifica e l’eventuale conferma di importanti diritti acquisiti è al centro di una lettera dell’INPS che in queste settimane sta raggiungendo migliaia e migliaia di pensionati. Vediamo di cosa si tratta e quali sono le conseguenze
La notizia era nell’aria da giorni ma adesso è ufficiale. Nell’arco dei prossimi dieci giorni l’INPS, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale invierà ai pensionati italiani una lettera, la seconda del genere, che ha lo scopo di verificare e nel caso confermare alcuni diritti acquisiti. Ma non solo la lettera ha lo scopo di capire lo stato dell’arte di uno specifico servizio. Un servizio che pesa sulle casse della previdenza italiana senza peraltro determinare il giusto flusso di cassa in termini di tassazione.

Partiamo dal dato di certezza. Il prossimo 17 settembre l’INPS spedirà una lettera ai 371.585, dato del 2023, titolari di pensione che vivono fuori dall’Italia. Una cifra comunque inferiore rispetto agli anni precedenti ma che ha un peso non banale sulle casse dell’istituto
BONUS PENSIONATI
Il motivo è banale ma sostanziale. I quasi 400.000 connazionali che risiedono all’estero sono soggetti ad una tassazione alla fonte (come tutti i redditi) ma non versano in Italia le addizionali. Questo fattore determina che le casse dello stato hanno una minore entrata.

La stima di questa minore entrata è stata calcolata in un importante studio di settore e ammonta, vuoto per pieno, a circa due milioni di euro. Una cifra importante tanto il bilancio dello Stato quanto per la gestione dell’INPS stessa.
INPS che ha deciso di scrivere una lettera a tutti questi concittadini chiedendo la prova certa della loro presenza in Vita. Il motivo è chiaro. Chi vive all’estero riceve la pensione su un conto. Un conto che può essere a disposizione di chiunque abbia la fiducia del pensionato. L’INPS con questa lettera, inviata da Citibank N.A., la banca incaricata di raccogliere le informazioni contiene una richiesta predittiva.
La dimostrazione che i soldi dall’INPS finiscano davvero ai titolari del diritto. Se alla lettera non arriverà una risposta puntuale del 2 febbraio 2026 il versamento sarà sospeso. Un’azione di forza resa necessaria tanto dallo stato dei conti quanto dalle tante truffe a cui l’istituto diretto da Valeria Vittimberga è sottoposto