Ci innamoriamo del nostro opposto? Quante volte fantastichiamo su un ipotetico prototipo e poi fa breccia nel nostro cuore l’inaspettato. Ecco perché succede.
“Gli opposti si attraggono”. Ci hanno raccontato questa favoletta per diversi anni. C’è un secondo detto che tuttavia è spudoratamente vero: “Chi si somiglia, si piglia”. Non sono due tesi che si confutano a vicenda, ma due realtà imprescindibili. Perché il nostro opposto può attrarci per una questione di curiosità e adrenalina, ma difficilmente riesce a fare breccia nel nostro cuore.

Questo perché l’amore non nasce dall’adrenalina, ma dal compimento di una serie di dinamiche. L’amore sano, almeno. Nelle relazioni più durature, questi sette pilastri imprescindibili non mancano mai. Talvolta si presentano in intensità diverse, è vero. Non significa però che si esauriscano nel tempo. Per questo motivo capita che una persona finisca per perdere testa e cuore per qualcuno sul quale non avrebbe mai scommesso. La mera attrazione non è nulla confrontata a quella che molti definiscono ‘connessione’.
I sette pilastri dell’amore (quello vero)
- intimità: confidenza, reciprocità e fiducia. La creazione di un mondo interiore al quale ha accesso soltanto il nostro partner. È questa l’intimità. Qualcosa che si crea nel momento in cui i filtri relazionali si dissolvono. Se succede qualcosa di significativo, viene spontaneo raccontarlo. Condividerlo. Se si ha bisogno di una spalla su cui piangere, ci si rivolge naturalmente al proprio compagno/a di vita;

- passione: non è solo l’atto carnale in sé, ma il far sentire il partner voluto. Può tradursi in un bacio prima di andare al lavoro. In un abbraccio così forte da farlo smettere di respirare per un istante. In complimenti e ammirazione. Pensieri dolci durante la giornata e gesti di affetto. E poi, ovviamente, nella passione sotto le lenzuola;
- impegno: parlando in gergo giovanile, il cosiddetto “malessere” può alimentare un senso di attrazione e dipendenza affettiva, ma l’atteggiamento fugace e instabile non fare breccia nel cuore. Quando si parla di sfida, ogni pulsione viene meno nel momento in cui è compiuta. Non è un caso che chi è in pace con sé stesso sia profondamente attratto dalle personalità strutturate, decise e mature;
- simpatia: se non si ride nella coppia, c’è un problema. La simpatia reciproca crea complicità. Ci sono partner che si guardano e scoppiano a ridere, per motivazioni che nessuno intorno a loro comprende. Si sviluppa un proprio linguaggio ironico e auto-ironico. La pesantezza reiterata nel tempo non uccide solo i rapporti sentimentali, ma qualsiasi tipo di relazione;
- stima: quando guardate il partner, non potete non provare stima e ammirazione. L’amore è anche questo. Se avete poca considerazione della persona che avete scelto al vostro fianco, quello che state vivendo non è amore. State semplicemente colmando un vuoto;
- amore-amicizia: il partner non è solo un partner, diventa inevitabilmente il migliore amico o la migliore amica. La complicità è su per giù la medesima. La confidenza è ovviamente maggiore e si lega moltissimo al concetto di simpatia e impegno;
- valori: veniamo al concetto clou. Nel detto “gli opposti si attraggono” si presuppone che ci siano differenze anche nel modo di ragionare, nei valori e in ciò in cui si crede. Relazioni così non durano a lungo. Ci possono essere unicità in campi più, per così dire, superficiali. Ma nella corona di valori non ci possono essere contraddizioni tra due partner che intendono passare insieme il resto della vita.