Lavorare per “merito” di un curriculum che tanto è piaciuto ai responsabili esaminatori. Ma se questo era falso?
Va da sé che le dichiarazioni mendaci siano illegali, se poi queste si spostano sui curricula che permettono di entrare nel mondo del lavoro, la cosa si fa ancora più seria.
Più seria perché se per ottenere un posto di lavoro, magari in settori strategici come la sanità, si sono scritte cose false, a rischio c’è anche la nostra salute. Ma non è di sanità che parleremo. Andiamo ad esaminare un caso realmente accaduto e una sentenza che fa giurisprudenza e chiarisce tutti gli aspetti che girano intorno alle autodichiarazioni mendaci. Per il Consiglio di Stato le dichiarazioni false nel curriculum vitae hanno la stessa valenza giuridica di quelle contenute nella domanda. Una sentenza chiarisce gli obblighi dei candidati e i poteri di chi li esamina.
Il Consiglio di Stato ha confermato l’esclusione di un professore universitario romano che occupava una cattedra ordinaria, sancendo che curriculum e domanda di partecipazione hanno pari valore giuridico. Un articolo dice con precisione che non ci sono differenze tra elementi inseriti nel curriculum vitae e quelli nella domanda, qualificando entrambi come autodichiarazioni ufficiali. Per questo, ogni candidato è obbligato ad allegare una dichiarazione sostitutiva attestante il possesso dei titoli indicati nel curriculum, rendendo quest’ultimo parte integrante della documentazione presentata ai concorsi.
Il principio non tutela solo l’amministrazione, ma garantisce anche parità di trattamento tra tutti i concorrenti i concorsi, imponendo a ciascuno la piena assunzione di responsabilità sulle proprie autodichiarazioni.
Solo in questo modo l’ente organizzatore può valutare i titoli evitando distinzioni artificiose tra dati curriculari e contenuti della domanda che potrebbero generare illegittimità e ingiustizie. Ogni dichiarazione rilevante incide sull’esito della selezione e può comportare conseguenze severe. Nel caso di cui parliamo il professore aveva dichiarato nel proprio curriculum di possedere tre brevetti invece di uno, indicando come conseguiti dei titoli che alla scadenza del bando erano soltanto domande di brevetto. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che questa condotta configuri una falsità essenziale ai fini della nomina, indipendentemente dalla collocazione dell’informazione mendace.
L’articolo 75 del DPR 445/2000 prevede come sanzione la decadenza dai benefici derivanti dal provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera. La Corte ha ribadito che le false dichiarazioni comportano sempre l’esclusione dalla procedura, sia quando incidono sui requisiti di partecipazione sia quando influenzano il punteggio attribuito dalla commissione. Dunque un avvertimento per tutti i candidati alle selezioni pubbliche e non solo.
Ennesimo colpaccio di Carlo Conti per Sanremo 2026: questa volta, il conduttore vuole proprio esagerare.…
Un Bonus che si aspettava da mesi, un po' come quello psicologico, ma qualcosa si…
La puzza di fogna in bagno può essere molto sgradevole ma in 5 minuti si…
Sei sempre pessimista e credi che tutto andrà storto? Ecco perché ti capita secondo la…
Nonostante tutte le insalate non riesci a dimagrire? La causa potrebbe essere in questo elemento…
Il Festival di Sanremo 2026 si prepara a regalare una grande sorpresa agli italiani: secondo…