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Ponte di Øresund (Øresundsbron),
il più lungo ponte strallato d’Europa
tra Danimarca e Svezia
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Il simbolo di un continente unito, dell’Unione Europea senza confini e del progresso ingegneristico senza precedenti avuto nell’ultimo secolo. L’Øresundsbron è l’icona di una grande rivoluzione per la vasta regione della Scandinavia, che alla sua inaugurazione ha finalmente dato l’opportunità di rendere uniti i paesi scandinavi, rivoluzionando anche il turismo in Europa e lo sviluppo economico internazionale. Sono innumerevoli i vantaggi e i progressi che il Ponte di Øresund ha dato non solo ai paesi direttamente coinvolti, Danimarca e Svezia, ma a tutto il nostro continente e ai 27 Stati membri dell’Unione Europea.
Il Ponte di Oresund è un vero gioiello dell’ingegneria scandinava: il più lungo ponte strallato d’Europa, adibito sia al traffico stradale che ferroviario, connette le due grandi città di Copenaghen e Malmo. Caratterizzato da una campata centrale di ben 490 metri, l’estensione del ponte esterno è di circa 8 chilometri, bruscamente interrotti da un punto, in mare aperto, in cui si trasforma in un’isola artificiale. Da qua si inabissa dentro le acque nelle profondità marine diventando un tunnel lungo ben 4 km che passa sotto il Canale di Flint.
Descrizione del Øresundsbron
Al ponte è stato assegnato un nome simbolico, segno di amicizia tra i due paesi scandinavi della Svezia e della Danimarca. Il toponimo ufficiale è Øresundsbron, che significa appunto Ponte di Øresund. Il nome è frutto dell’unione del termine svedese di Öresundsbron e del danese Øresundsbroen.
La struttura del ponte è stata progettata affinché la ferrovia passasse esattamente sotto la strada asfaltata. È amico dell’ambiente ed è uno dei ponti più biodiversi di tutto il mondo. La Lund Botanical Association ha identificato la presenza di ben cinquecento e più specie floreali di quelle vivono nell’isola artificiale, realizzata attraverso il recupero di materiali di scarto ottenuti gli scavi per la sua costruzione.
Il Ponte di Oresund è stato assemblato nella terraferma, per poi venire installato in acqua, attraverso il posizionamento dei piloni sul fondale marino. La struttura del ponte è composta da numerosi elementi singoli installati uno dopo l’altro. In particolare, ogni singolo elemento presenta una lunghezza di 176 metri, per una larghezza di circa 42 e un’altezza di circa 9 metri, per un peso complessivo di circa 57 mila tonnellate. L’estremità di ognuno di questi elementi è stata sigillata attraverso l’assemblaggi di enormi pareti d’acciaio. Un lavoro di costruzione molto intenso, al cui terminò regalò una struttura di grande importanza per i due paesi scandinavi.
Cenni storici
Nonostante la realizzazione vera e propria del ponte risalga solo al 1995, l’idea del progetto è ben più antica. Infatti, già nel 1936 fu ideata una bozza del progetto. Durante i lavori sono state addirittura scoperte sedici bombe inesplose risalenti alla Seconda guerra mondiale, depositatesi sul fondale marino e inavvertitamente inglobate in un segmento del tunnel. Nonostante ciò, la costruzione è terminata tre mesi prima di quanto preventivato, nell’Agosto 1999, grazie all’impegno e alla serietà degli operai.
Le celebrazioni seguite al completamento della maestosa opera sono state degne della sua importanza: il 14 Agosto 1999 il principe Federico di Danimarca e la principessa Vittoria di Svezia si sono incontrati al centro del ponte-tunnel, mentre l’inaugurazione ufficiale, il 1° Luglio 2000, ha visto protagonisti la regina Margherita II di Danimarca e il re Carlo XVI Gustavo di Svezia. Un vero tripudio di teste coronate. Quello stesso giorno, l’Øresundsbron è stato aperto al pubblico e da allora gli spostamenti dalla Danimarca alla Svezia sono aumentati del 60 percento. Dal 2005, in modo particolare, si è registrato un incremento significativo degli automezzi transitanti, nonostante l’elevato costo del pedaggio.
Guadagni da capogiro per Svezia e Danimarca
Danimarca e Svezia hanno dovuto sborsare 3 miliardi di euro per l’Øresundsbron, ma hanno fatto bene i loro calcoli.
La compagnia proprietaria del ponte è per metà danese e per metà svedese e ha chiesto dei prestiti garantiti dai due governi per finanziare la costruzione. Le sole entrate del gruppo sono costituite dai pedaggi degli automobilisti, che sono piuttosto salati, dal momento che ammontano a 40 euro circa – una cifra soggetta a sconti del 75 percento per chi fa un uso regolare del ponte. Eppure, tanto basta alla compagnia per ripagare i suoi debiti, che probabilmente saranno estinti entro il 2037. Un semplice calcolo matematico.
Il ponte, inoltre, ha fatto guadagnare a Svezia e Danimarca 11 miliardi di dollari americani, grazie all’aumento degli spostamenti e al decrescere delle spese relative al traffico. L’Øresundsbron, dunque, non è solo un esempio di bravura tecnica e di integrazione tra progettazione ed esecuzione. È un esempio di alta collaborazione tra due Paesi, fermamente decisi a proteggere il ruolo connettivo rivestito dall’infrastruttura: i nazionalisti svedesi contrari all’Unione Europea, infatti, non possono lavorare in Danimarca.